Le cause dello stress sono da ricercare in una risposta biologica di adattamento dell’organismo a condizioni esterne o interne avverse.
Il dolore, in quanto stimolo negativo, influisce in modo controproducente su tutto il metabolismo degli esseri viventi ed è fonte di stress.
Nello specifico, si definisce distress uno stato avversivo in cui un individuo non riesce ad adattarsi a fattori stressogeni.
L’incapacità dell’animale di far fronte alle condizioni stressanti provocate dal dolore, si esprime attraverso comportamenti fisiologici disadattivi che progressivamente portano ad una rottura dell’equilibrio psicofisico.
Conseguenze dello stress: tutto parte dal cervello
Il cervello, sollecitato dai nocicettori, cerca di arginare il dolore mettendo in atto una serie di reazioni nervose, ormonali e comportamentali che, pur avendo lo scopo di consentire un ritorno alla stabilità (omeostasi), finiscono invece per essere deleterie.
Infatti, un dolore che persiste non solo interferisce con la guarigione ma può innescare un processo patologico ben più pericoloso e diventare esso stesso una vera patologia.
Il cortisolo è l’ormone dello stress
In presenza di dolore e quindi di stress, si attiva l’asse ipotalamo ipofisario, un sistema di ghiandole deputate a produrre ormoni che confluiscono nel circolo sanguigno.
Tali ormoni inducono a loro volta il surrene a produrre cortisolo.
Quando dolore e stress sono a breve termine, i livelli di cortisolo rientrano presto nella norma.
Ma in caso di dolore cronico e distress a lungo termine, il cortisolo può limitare in modo permanente le difese immunitarie dell’organismo di cani e gatti e aumentare la suscettibilità alle infezioni.
Dolore e stress: come riconoscerli e misurarli
In medicina veterinaria, le conseguenze del dolore non controllato sono state a lungo sottovalutate.
Purtroppo, esistono ancora pochi studi: quelli dedicati al cane sono principalmente indirizzati verso il dolore associato a patologia cronica osteoarticolare.
Per il gatto, invece, gli studi condotti sono legati prevalentemente alla valutazione della qualità della vita nel paziente oncologico.
Comunque sia, l’osservazione del comportamento del cane o del gatto rappresenta il mezzo migliore
per stabilire il grado di dolore provato dall’animale, sia in corso di dolore acuto che di dolore persistente o cronico.
I tipi di dolore
Le tipologie di dolore che possono colpire i nostri animali sono in generale gli stessi che colpiscono noi:
-il dolore acuto (ad esempio quello chirurgico)
-quello acuto persistente (come la cistite idiopatica del gatto)
-quello neuropatico (es. ernia del disco).
Ci sono poi, patologie comuni come l’osteoartrosi nel cane, che dà un dolore misto, acuto, persistente e neuropatico.
L’osteoartrosi è una patologia logorante e il trattamento del dolore che provoca è fondamentale nel computo totale della qualità di vita di cani e gatti.
Riconoscere e alleviare questo dolore che diventa un “compagno” di vita subdolo è come minimo doveroso per garantire ai nostri compagni di vita a quattro zampe una qualità di vita accettabile e dignitosa.
Gli atteggiamenti comportamentali indici di presenza di dolore e stress nel gatto
Postura: tiene gli arti raccolti, la testa, il collo e la schiena arcuati, l’addome raccolto, rimane sdraiato con la testa bassa.
Comportamento: aggredisce, morde, graffia, scappa, non si pulisce.
Vocalizzazione: soffia, mugola.
Movimenti: è riluttante a muoversi, zoppica.
Gli atteggiamenti comportamentali indici di presenza di dolore e stress nel cane
Postura: tiene la coda tra le zampe e il dorso incurvato, la testa è bassa e l’addome piegato, rimane a lungo seduto o in decubito laterale con il collo disteso.
Comportamento: aggredisce, morde, tende a scappare, si infligge auto-traumatismi come escoriazioni da leccamento compulsivo, graffi o morsi.
Vocalizzazione: abbaia, ulula, geme.
Movimenti: è riluttante a muoversi, zoppica, ha un’andatura anomala, rifiuta di salire e scendere scale e scalini o di saltare.
Fare una diagnosi del dolore precoce e corretta, tenendo anche conto delle predisposizioni di razza sia nei cani che nei gatti, è il primo passo per una prevenzione efficace.