Scheletro gatto: è una stupefacente architettura anatomica in grado di consentirgli movimenti davvero incredibili.
I gatti si arrampicano, saltano come molle, scattano per correre a velocità elevate, si allungano e cadono in piedi sulle quattro zampe.
La flessibilità e l’agilità del gatto sono superiori rispetto a quelle di qualunque altro mammifero grazie alle caratteristiche peculiari della sua struttura ossea e muscolare che assecondano i movimenti assolutamente snodati e sorprendenti.
La colonna vertebrale del gatto
Lo scheletro di un gatto vanta un numero di vertebre superiore a 50 dunque, rispetto al cane e all’essere umano, la sua colonna vertebrale è già più lunga e si estende anche alla coda.
La coda è composta da un numero variabile di ossa e ha due principali funzioni.
Oltre ad essere uno strumento comunicativo attraverso il quale il gatto esprime i suoi stati d’animo, la coda è un’appendice con funzione motoria che governa l’equilibrio del micio e gli consente di mantenere l’assetto e il baricentro anche nelle evoluzioni più spericolate e improbabili.
La contiguità tra le vertebre è garantita da un tessuto connettivo poco rigido e molto elastico che rende le articolazioni intervertebrali fluide e flessuose.
Se hai visto un gatto che si stiracchia e ti sei meravigliato di quanto riesca ad allungarsi, adesso sai perché riesce e farlo.
Le zampe posteriori del gatto
Le ossa delle zampe posteriori dei gatti sono mediamente più lunghe rispetto a quelle degli altri animali e i muscoli si contraddistinguono per la capacità di contrarsi e distendersi come molle.
La combinazione di ossa lunghe e muscoli scattanti garantisce al gatto una capacità propulsione tale che, anche in assetto statico, il felino è in grado di saltare altezze da 5 a 9 volte la sua altezza senza troppi sforzi.
Una vera e propria catapulta, insomma.
Nello scheletro del gatto le clavicole sono mobili
Saltatori e corridori eccezionali, i gatti stranamente non possono eseguire movimenti laterali.
Il motivo è dovuto alla conformazione delle clavicole, di dimensioni molto ridotte e non ancorate allo scheletro.
Il complesso scapolare del gatto è unito al corpo da legamenti e muscoli.
La mobilità delle clavicole consente al gatto di appiattirsi, schiacciarsi e intrufolarsi anche attraverso spazi ristrettissimi.
Ecco a cosa è dovuta la famosa “fluidità” del gatto ovvero la sua capacità di assumere come i liquidi, la forma del contenitore che occupano.
Ma ancor più stupefacente, è un altro requisito del gatto: il riflesso verticale o di raddrizzamento
Il riflesso verticale è la capacità di torsione che permette al gatto di ruotare di 180 gradi su sé stesso anche precipitando da grandi altezze e di atterrare sulle quattro zampe.
L’apparato vestibolare, posto nell’orecchio interno, comunica in tempo reale al cervello del gatto la posizione in cui esso si trova.
Quando l’animale perde l’equilibrio, il fluido dell’apparato vestibolare si scuote e il cervello, recependo il pericolo, agisce attivando una complessa serie di azioni che inducono il gatto a rigirarsi in volo e a prepararsi all’atterraggio.
Con la testa dritta, il gatto si piega sulla schiena, ritira le zampe anteriori ed estende quelle posteriori
Il riflesso verticale del gatto, quindi, sembra davvero disattendere il principio di conservazione del momento angolare di un corpo in caduta libera.
Per quanto mirabolante sia questa peculiarità dei gatti, le cadute dall’alto sono eventi in grado di provocare gravi traumi e fratture.
Pertanto è sempre bene mettere in atto tutte le precauzioni affinché balconi e finestre di casa siano in sicurezza e si riducano al minimo le probabilità che l’animale si lanci nel vuoto.