La sindrome ipoestensoria del carpo è nota anche come varismo del cane: scopriamo insieme le cause e i rimedi.

La sindrome ipoestensoria del carpo è nota anche come varismo del cane: scopriamo insieme le cause e i rimedi.

La sindrome ipoestensoria del carpo del cane è una patologia muscolo-tendinea che insorge generalmente nei cuccioli di razza media, grande e gigante tra le 6 e le 16 settimane di vita.

La sintomatologia consiste in una progressiva deviazione, generalmente bilaterale, di carpo e metacarpo, detta “varismo”.

In pratica le zampe anteriori del cucciolo tendono a curvarsi verso l’esterno e in avanti.

Nei casi più gravi i soggetti colpiti mostrano anche una rotazione esterna delle dita delle zampe con conseguente zoppia e difficoltà motoria.

Il paziente può addirittura arrivare ad inciampare durante la semplice deambulazione.

L’affezione è generalmente bilaterale, anche se i due arti anteriori possono essere coinvolti in tempi diversi e con diversa gravità.

Sono rari i casi in cui è colpito un solo arto.

 

Le cause della sindrome ipoestensoria del carpo del cane

Cosa determina questa sindrome non è del tutto certo.

Una ipotesi molto accreditata è la predisposizione genetica.

Nei cuccioli predisposti e in sovrappeso, si verifica una crescita non simultanea di muscoli e scheletro, con conseguente contrattura del muscolo flessore ulnare del carpo.

 

I soggetti predisposti alla sindrome ipoestensoria del carpo del cane

Dobermann e Shar-pei sembrano le razze più colpite ma la malattia è stata segnalata anche in altre razze: Alano, Boxer, Rottweiler, Schnauzer nano, Beagle, Segugio, Dogo argentino, Segugio italiano, Pointer, Pitbull, Golden Retriever, Akita inu, American staffordshire terrier, Dogue de Bordeaux, Labrador.

 

Gradi di gravità della sindrome ipoestensoria del carpo del cane

La gravità della patologia è stata classificata in gradi basandosi sui segni clinici evidenziabili durante la visita.

  • Grado I: leggera deformità.

Il soggetto carica il peso sulla superficie latero-palmare delle dita. Assenza di varismo e/o procurvato del carpo.

  • Grado II: lieve deformità.

Deviazione in varo del carpo con leggera flessione del carpo stesso.

  • Grado III: grave deformità. Evidente iperflessione del carpo associata a diversi gradi di varismo.

Il soggetto carica il peso sulla superficie latero-palmare delle dita.

 

Il trattamento per la sindrome ipoestensoria del carpo del cane: la corretta alimentazione

Un cucciolo in sovrappeso ha meno possibilità di maturare patologie articolari rispetto a un cucciolo snello e in forma ma d’altronde è risaputo che sovrappeso e obesità sono nemici della salute di tutti, umani e non umani.

Dunque, l’accrescimento e lo sviluppo rapido predispongono i soggetti molto giovani a difficoltà motorie e a patologie scheletriche.

Una dieta ben bilanciata è il miglior trattamento ma è basilare che la formuli il Veterinario Nutrizionista.

Una alimentazione corretta ed equilibrata, senza eccessi e sovra integrazioni minerali e/o vitaminiche, deve tenere conto dell’età, della razza e della taglia del cucciolo: ecco perché é necessario rivolgersi a un esperto in nutrizione.

 

Molto importante è anche il controllo dell’attività fisica

Il riposo assoluto e la riduzione del movimento e dello spazio a disposizione del cucciolo accorciano sensibilmente i tempi di guarigione.

È necessario limitare le uscite all’espletamento delle funzioni fisiologiche, vincolate sempre e comunque ad un guinzaglio corto e limitate al tempo minimo indispensabile.

Nei casi gravi, il Veterinario Ortopedico potrà applicare un bendaggio in posizione anatomica per evitare deformazioni secondarie.

 

Il bendaggio di Robert-Jones

Lo scopo di questo particolare tipo di bendaggio è quello di immobilizzare l’arto, limitarne la mobilità e stabilizzarlo.

Il Veterinario Ortopedico avvolge diversi strati di bende morbide e spesse, come cotone o garza, attorno alla zona interessata e per tutta la lunghezza dell’arto.

È estremamente importante applicare la giusta pressione con il bendaggio, in modo da far circolare correttamente il sangue e non rischiare la necrosi della zampa.

L’insieme di questi trattamenti rende la prognosi generalmente favorevole, con guarigione completa in poche settimane e un totale recupero anatomico e funzionale degli arti.

Condividi l'articolo

Torna in cima