La poliartrite appartiene alla categoria delle malattie autoimmuni.
Si definiscono malattie autoimmuni quelle malattie che si manifestano quando l’organismo produce anticorpi (fattore reumatoide) diretti contro i propri tessuti.
Essa è per definizione una flogosi.
Nello specifico, è una malattia articolare di tipo infiammatorio generata da una alterazione del sistema immunitario dell’animale che ne soffre.
La poliartrite è spesso sottovalutata
È un processo infiammatorio cronico che porta a un danneggiamento progressivo degli arti fino a sfociare nell’irrigidimento o deformazione della parte colpita.
Contrariamente a quanto si può immaginare, non sempre si manifesta con alterazioni morfologiche e funzionali delle articolazioni di cani e gatti.
Poiché in alcuni casi gli unici segni clinici sono l’ipertermia e l’abbattimento, la poliartrite nella pratica è spesso sotto-diagnosticata e sottovalutata.
Purtroppo i cani e gatti con questa patologia vengono portati a visita quando ormai la progressione della poliartrite è molto avanzata, nonostante magari siano già presenti da tempo i sintomi della malattia.
I sintomi della poliartrite
Si tratta di una malattia molto frequente ma i sintomi sono aspecifici e sovrapponibili a quelli di altre malattie:
- Anoressia e dimagrimento
- Letargia e apatia
- Aumento di volume dei linfonodi
- Mucose pallide
A questi si aggiungono anche altri sintomi che colpiscono gli arti, soprattutto carpo e tarso:
- Rigidità e riluttanza al movimento
- Difficoltà ad alzarsi
- Zoppia
- Articolazioni tumefatte, calde e dolenti
- Febbre
La zoppia può essere episodica, continuativa o ciclica e può interessare prima una sola zampa e poi l’altra.
Il 40% di cani e gatti con poliartrite, però, non zoppica e non presenta gonfiore delle articolazioni.
Pertanto, in caso di febbre dovuta a cause apparentemente sconosciute associata a dolorabilità muscolare diffusa, è bene che il Veterinario proceda con gli accertamenti indicati per una diagnosi definitiva.
Le cause della poliartrite
Sono estremamente varie e permettono di classificarla in:
- tipo infettivo, in cui lo stimolo di natura batterica, protozoaria o virale, si trova all’interno dell’articolazione.
Si tratta delle forme più frequenti nel gatto (da FIP o calicivirus).
Nel cane sono spesso associate a Leishmaniosi e Erlichiosi.
- tipo reattivo, in cui lo stimolo immunogeno può essere identificato in una malattia oppure in una reazione avverse a farmaci e vaccini o di derivazione alimentare.
- primaria o idiopatica, per le quali fondamentalmente non è possibile identificare una causa scatenante e vengono quindi diagnosticate per esclusione.
Poliartrite primaria: erosiva e non erosiva
La primaria è la tipologia più frequente nel cane e viene classificata come erosiva o non erosiva in base all’aspetto radiografico delle articolazioni colpite.
Nel primo caso, all’esame radiografico si osserva solamente tumefazione dei tessuti molli ed eventuale aumento delle rime articolari per un possibile accumulo di liquido.
Nel secondo caso, più frequente nel gatto, si rilevano invece alterazioni erosive e proliferative progressive a carico dei tessuti osteo-cartilaginei.
È particolarmente grave e ha una prognosi più riservata.
Il sospetto e la diagnosi definita
La diagnosi di artrite prevede una serie di esami volti ad escludere Leishmaniosi, Ehrlichiosi, Borelliosi, Rickettsiosi, Artrite Reumatoide e Lupus.
La diagnosi definitiva di poliartrite, oltre che sul sospetto clinico, si basa sull’esame citologico e batteriologico del liquido sinoviale, prelevato tramite artrocentesi da almeno 4 diverse articolazioni a prescindere dai segni clinici.
Il protocollo diagnostico prevede inoltre:
- esami di laboratorio volti ad indagare la condizione clinica generale del paziente
- valutazione radiologica delle articolazioni, necessaria per stabilire se si tratta di una forma erosiva o non erosiva
Quale terapia per la poliartrite?
La terapia è immunosoppressiva, si possono utilizzare diversi protocolli farmacologici, ognuno con i propri dosaggi ed effetti collaterali.
Si comincia con un dosaggio di attacco, per scalare progressivamente fino a trovare il dosaggio e la frequenza minima che permettono di tenere i sintomi sotto controllo.
Per concludere, dunque, è bene sottolineare che i problemi articolari di cui sono soffrono cani e gatti raramente sono conseguenza di un trauma vero e proprio.
Generalmente sono il campanello d’allarme di patologie primarie che vanno identificate prima possibile.
Ai primi segni di zoppia del tuo cane o gatto, rivolgiti immediatamente al tuo Veterinario Ortopedico di fiducia: una diagnosi accurata e tempestiva può rivelarsi decisiva.