La displasia del gomito nel cane si riferisce ad un insieme di condizioni patologiche il cui esito è rappresentato da un’osteoartrosi di grado variabile a carico dell’articolazione omero-radio-ulnare dell’animale.
La displasia del gomito del cane è genetica ma nell’espressione della gravità della patologia incidono anche importanti fattori ambientali: l’alimentazione, il tipo e la quantità dell’esercizio fisico, eventuali traumi e possibili malattie concomitanti.
Innanzitutto, come è fatto il gomito del cane?
L’articolazione del gomito del cane è costituita da tre capi ossei: il radio, l’ulna e l’omero.
Insieme formano un ingranaggio perfetto che, associato alla componente muscolare e legamentosa, permette il movimento degli arti anteriori.
Può accadere, però, che durante lo sviluppo del cane si verifichi una anomalia di crescita delle ossa con conseguente disallineamento
Tale disallineamento determina una serie di alterazioni strutturali patologiche che si possono manifestare singolarmente o in concomitanza l’una con l’altra e che interessano solitamente i cani in accrescimento, di età compresa tra i 4 e i 10 mesi di età, appartenenti a razze di media e grossa taglia.
Nello specifico le forme più comunemente diagnosticate nel gomito del cane sono rappresentate dalla:
- Frammentazione del processo coronoideo mediale (FCP)
- Mancata unione del processo anconeo (UAP)
- Osteocondrite omerale mediale (OCD)
La FCP (Fragmented Choronoid Process) è la frammentazione del processo coronoideo dell’ulna
In questo caso ci ritroviamo con l’ulna più lunga del radio.
L’attrito e la pressione riguardano in questo caso il processo coronoideo mediale e il condilo omerale mediale.
Da questo deriva il cosiddetto “conflitto omero-ulnare” con la conseguente frammentazione del processo coronoideo stesso.
UAP è l’acronimo inglese di Ununited Anconeal Process, cioè la mancata unione del processo anconeo dell’ulna
Succede che il radio, più lungo dell’ulna, determina attrito e pressione tra processo anconeo e condili omerali.
Non riuscendo a saldarsi nella sua posizione fisiologica, il processo anconeo rimane libero nell’articolazione.
Dunque questa patologia prende origine proprio dal mancato consolidamento dell’osso, che solitamente avviene entro le prime 16 settimane mesi di vita del cane.
L’osteocondrite (OCD) è invece una lesione cartilaginea che si sviluppa spesso a livello del condilo omerale mediale
In pratica, durante la fase di crescita quando la cartilagine è ancora sottile, può verificarsi una interruzione nella fornitura di sangue dai vasi capillari che arrivano attraverso l’osso.
Senza nutrimento, la cartilagine muore e si assottiglia ulteriormente fino al punto di distaccarsi dall’osso.
Quando e come si manifesta la displasia del gomito del cane?
La displasia del gomito può iniziare a manifestarsi già a partire dai quattro mesi di età del cane, provocando dolore da lieve a intenso e conseguente zoppia.
Può essere monolaterale o bilaterale.
Nei casi di interessamento dei gomiti di entrambe le zampe anteriori, i cani presentano andatura incerta a piccoli passi e riluttanza al movimento senza zoppia evidente.
Il segno caratteristico è lo spostamento laterale della mano del cane per ridurre l’appoggio sul gomito.
Ciò si nota maggiormente quando il cane è seduto.
Il monitoraggio radiografico preventivo per la diagnosi di displasia del gomito nel cane
Nelle razze predisposte è necessario un attento monitoraggio radiografico preventivo già a partire dalle 16 alle 20 settimane di età.
Lo scopo è di intercettare e trattare con successo la malattia per evitare una eccessiva degenerazione dell’articolazione e quindi l’artrosi.
Nei casi caratterizzati da sintomatologia dubbia o qualora le immagini radiografiche classiche dessero risultati incerti, la tomografia computerizzata (TAC) e l’artroscopia offrono la visione più completa della superficie articolare, consentendo quindi di ottenere immagini molto utili in termini sia diagnostici che terapeutici.
Classificazione e trattamento della displasia del gomito nel cane
La classificazione prevede 3 gradi di malattia (I, II e III) ed un grado di normalità (grado zero).
Nei casi più lievi si potrà intervenire sulla gestione del cucciolo durante la crescita, attraverso il controllo dell’alimentazione e opportune norme di comportamento tenendo sotto controllo lo sviluppo articolare.
Nei casi più gravi potranno essere indicati degli interventi chirurgici correttivi.
Il trattamento chirurgico per la displasia del gomito nel cane
Il trattamento chirurgico, eseguito precocemente (prima dell’instaurarsi del processo artrosico avanzato), può restituire la congruenza anatomica e rallentare l’evoluzione della degenerazione artrosica.
Spesso, poche settimane o pochi mesi di incongruenza possono portare l’artrosi a livelli tali da invalidare il successo di qualsiasi eventuale trattamento chirurgico, da qui deriva l’importanza della diagnosi precoce.
La terapia conservativa
Nei casi cronici, ossia nei casi in cui l’artrosi abbia già compromesso la funzionalità dell’articolazione del gomito, l’unica soluzione terapeutica rimane quella conservativa.
Essa prevede l’impiego di farmaci in grado di combattere l’infiammazione ed il dolore, le infiltrazioni di cellule staminali o di concentrato piastrinico, il controllo del peso e i trattamenti fisioterapici.