Diastasi sacro iliaca nel gatto: cos’é, quali sono le cause e come riconoscerla

Diastasi sacro iliaca nel gatto: cos’é, quali sono le cause e come riconoscerla

Diastasi sacro iliaca nel gatto: cos’é, quali sono le cause e come riconoscerla

La diastasi sacro iliaca nel gatto rappresenta una condizione seria che merita attenzione.

Si verifica quando avviene una separazione anomala tra l’osso sacro e l’osso iliaco, sia destro che sinistro.

Il sacro è un osso triangolare situato alla base della colonna vertebrale, mentre le ossa iliache costituiscono le due metà del bacino.

La loro corretta articolazione è fondamentale per la mobilità dell’animale perché l’articolazione sacro-iliaca é il punto di collegamento tra la colonna vertebrale e gli arti inferiori.

Che sintomi produce la diastasi sacro iliaca nel gatto

Negli animali e in particolare nei gatti, questa condizione può manifestarsi in seguito a traumi, malformazioni congenite o degenerazione delle articolazioni.

La sintomatologia della diastasi sacro-iliaca può variare notevolmente a seconda della gravità della condizione e della presenza di eventuali lesioni associate.

Tra i segni clinici più comuni si possono osservare:

  • Dolore al movimento: il gatto potrebbe mostrare riluttanza a muoversi, saltare o arrampicarsi. Il dolore è spesso localizzato nella zona pelvica ossia il bacino.
  • Rigidità: la presenza di rigidità muscolare nella regione lombare o pelvica è frequente
  • Zoppia: il gatto potrebbe sviluppare una zoppia che può manifestarsi su uno o entrambe le zampe posteriori.
  • Anomalie nel comportamento: un gatto affetto potrebbe diventare più ritirato o aggressivo, poiché il dolore può influenzare il suo stato d’animo.
  • Difficoltà nella defecazione o minzione: in alcuni casi, la diastasi può causare anche difficoltà nell’evacuazione.

Le razze maggiormente predisposte

Sebbene la diastasi sacro iliaca possa colpire qualsiasi razza di gatto, alcune sono più predisposte a questa condizione a causa della loro conformazione anatomica.

Razze grandi come il Maine Coon o il Norvegese delle Foreste presentano una struttura corporea più suscettibile a infortuni o malformazioni.

Anche il Persiano o il British Shorthair possono avere predisposizioni genetiche a problematiche articolari e muscolari, aumentando il rischio di diastasi sacro-iliaca.

La diagnosi

È fondamentale che il Veterinario Ortopedico effettui una diagnosi accurata attraverso esami clinici e imaging: radiografie o tomografie computerizzate permettono di valutare l’estensione della diastasi e identificare eventuali fratture associate.

Il trattamento della diastasi sacro-iliaca dipende dalla gravità della condizione e dai sintomi presenti.

Il trattamento conservativo

Nei casi meno gravi, la terapia conservativa è spesso la prima opzione.

Essa prevede innanzitutto che il gatto venga messo a riposo: limitarne l’attività fisica è cruciale per permettergli il recupero e ridurre il dolore.

La fisioterapia può essere utile per migliorare la mobilità e alleviare il dolore.

Tecniche come massaggi, esercizi passivi e idroterapia possono rivelarsi efficaci.

E ancora, l’uso di antinfiammatori e analgesici può aiutare nella gestione del dolore e dell’infiammazione.

Il trattamento chirurgico

In caso di diastasi grave o di fratture concomitanti, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

Le procedure possono includere la stabilizzazione dell’articolazione sacro-iliaca mediante fissazione con contestuale riparazione dei tessuti circostanti, se danneggiati.

Una combinazione di terapie conservative e interventi chirurgici, quando necessari, può offrire ai gatti colpiti la possibilità di tornare sani e attivi.

Se la diagnosi è precoce e la gestione del gatto è adeguata, si può garantire all’animale una buona qualità di vita.

Ecco perché è  importante osservare sempre con attenzione cani e gatti e consultare un veterinario se si notano segni di disagio, anomalie nel comportamento o nella mobilità dell’animale.

 

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