Epifisiolisi della testa femorale del gatto di taglia grande come Maine Coon e Norvegese: cause e fattori di rischio

Epifisiolisi della testa femorale del gatto di taglia grande come Maine Coon e Norvegese: cause e fattori di rischio

L’epifisiolisi della testa femorale del gatto (nota come SCFE ossia  Slipped Capital Femoral Ephiphysis) è una patologia ortopedica che colpisce soggetti giovani tra gli otto e i venti mesi di età.

Consiste nello scivolamento della testa del femore rispetto al collo femorale.

Generalmente è unilaterale ossia colpisce un solo femore, raramente è bilaterale.

In quest’ultimo caso, il coinvolgimento di entrambi gli arti può avvenire quasi contemporaneamente oppure a distanza di mesi.

epifisiolisi testa femorale del gatto

epifisiolisi testa femorale del gatto

Le cause e i fattori di rischio dell’epifisiolisi del femore prossimale

La caratteristica di questa patologia consiste nel fatto che essa si manifesta in assenza di eventi traumatici: è un fenomeno spontaneo le cui cause sono ancora poco note.

Tuttavia, sono stati riconosciuti quattro fattori di rischio:

  • il sesso
  • lo stato riproduttivo
  • il ritardo nella chiusura delle cartilagini di accrescimento dell’osso
  • l’obesità

 

I soggetti più colpiti da epifisiolisi del femore prossimale

La patologia si riscontra più frequentemente nei gatti di taglia grande, nello specifico Maine Coon e Norvegese.

I gatti maschi sono più colpiti rispetto alle femmine e quelli a cui viene diagnosticata la patologia sono in genere castrati e in sovrappeso.

La castrazione ha un duplice effetto sul soggetto.

Infatti, si evidenzia un peso corporeo medio superiore, rispetto a gatti interi della stessa età, da cui deriva un sovraccarico delle articolazioni, compresa la coxo-femorale.

 

La castrazione precoce provoca un rallentamento della chiusura delle cartilagini di accrescimento

La cartilagine di accrescimento è l’ultima parte dell’osso a maturare ed essendo quindi molto fragile, è anche più vulnerabile alle fratture.

La chiusura della cartilagine (o fisi prossimale) del femore si verifica tra le 30 e le 40 settimane di età.

La castrazione prima del raggiungimento della maturità sessuale rallenta il processo di ossificazione e il prolungato carico sulle fisi ancora aperte può favorire lo sviluppo di fratture spontanee.

Ecco, dunque, che l’età in cui si effettua la castrazione può rappresentare uno dei fattori predisponenti.

 

Si ipotizza che la componente ormonale possa essere coinvolta nell’eziopatogenesi della epifisiolisi

Anche l’insulina potrebbe essere un fattore di rilievo: è un ormone che partecipa al controllo del metabolismo osseo e cartilagineo e una sua alterazione può avere effetti a livello osteoarticolare.

I gatti colpiti presentano zoppia e debolezza a carico dell’arto posteriore e ridotta abilità a compiere salti.

Nelle forme bilaterali si riscontra atrofia muscolare del treno posteriore.

Per l’esame ortopedico, se possibile, è opportuno valutare l’andatura del gatto per rilevare l’eventuale presenza di zoppia.

In seguito, si procede con la manipolazione diretta dell’animale, con l’obbiettivo di evidenziare la presenza di algia e crepitio nell’arto colpito durante la flesso-estensione e abduzione dell’articolazione.

Infine, si eseguono le radiografie.

Anche la risonanza magnetica è ampiamente utilizzata per la diagnosi precoce di SCFE.

 

Il trattamento per questo tipo di frattura può essere conservativo o chirurgico

Tuttavia, la terapia medica conservativa comporta lo sviluppo di pseudoartrosi, con riassorbimento metafisario, sviluppo di osteofiti e sclerosi ossea.

Per tale motivo è opportuno prediligere l’approccio chirurgico.

È possibile procedere con 3 differenti interventi, in base alla gravità della patologia e all’entità della dislocazione.

 

I fili di Kirschner

Nelle forme meno gravi ed avanzate, si può eseguire una stabilizzazione dell’epifisi con 2 o 3 fili di Kirschner.

Si tratta di una procedura di stabilizzazione chirurgica volta ad inficiare il meno possibile la funzionalità articolare, evitando effetti collaterali quali atrofia muscolare, riduzione del range di movimento e accorciamento dell’arto trattato.

 

L’osteotomia del collo e della testa femorale (FHNO)

Nella maggior parte dei casi si procede con l’osteotomia del collo e della testa femorale (FHNO) ottenendo un miglioramento significativo dello stato clinico del soggetto.

Infine, è possibile scegliere la protesi totale d’anca.

La SCFE è una patologia ancora poco conosciuta di cui, ad oggi, sono stati individuati importanti fattori di rischio ad essa collegati, ma è necessario approfondire le conoscenze relativamente all’eziologia, alla diagnosi e alla terapia.

Si tratta di una condizione da dover prendere in considerazione di fronte ad un soggetto giovane con sintomi di zoppia, soprattutto in presenza di quei fattori di rischio sopra menzionati.

2023-10-05T09:09:52+00:00Ortopedia Veterinaria|

Condividi l'articolo

Torna in cima