Frattura radio e ulna nel cane: le razze toy sono le più colpite. Ecco spiegato il motivo.

Frattura radio e ulna nel cane: le razze toy sono le più colpite. Ecco spiegato il motivo.

 

La frattura radio e ulna cane ha un’incidenza piuttosto alta soprattutto nei soggetti di piccola taglia e toy.

Radio e ulna sono le due ossa che costituiscono la base scheletrica dell’avambraccio del cane.

Barboncini, Chihuahua, Pinscher, Yorkshire sono le razze più colpite.

Purtroppo la struttura ossea dei cani toy è molto fragile a causa di un deficit di vascolarizzazione del radio.

Questo apporto di sangue inferiore rispetto allo standard rende il radio di un cane toy più debole rispetto a quello dei cani di altre razze e dunque, più facilmente predisposto a fratturarsi.

 

Anche un trauma apparentemente lieve degli arti anteriori può causarne la rottura

Ad esempio, i salti da letti e divani sul pavimento, attività apparentemente innocue e consuetudinarie per un cane, possono rappresentare una pericolosa insidia per un cane toy.

Spesso queste fratture sono anche esposte ovvero presentano ferite cutanee al di sopra dell’osso interessato a causa dello scarso spessore dei tessuti molli che lo ricoprono e che si lacerano con estrema facilità.

 

La consolidazione della frattura di radio e ulna

Dunque, a causa della limitata copertura da parte dei tessuti molli circostanti, dello scarso apporto ematico in questo distretto e della particolare configurazione anatomica, la consolidazione di una frattura di radio e ulna in un cane toy richiede una particolare attenzione.

Questo tipo di frattura, che per sua natura risulta apparentemente semplice, rivela invece delle difficoltà.

Un trattamento non idoneo può determinare l’insorgenza di complicazioni: unioni ritardate, non unioni, malunioni, disturbi dell’accrescimento, osteomieliti e rigidità articolari.

 

Un trattamento adeguato 

Il buon esito di un’osteosintesi in presenza di una frattura di radio e ulna possa dipende strettamente dal trattamento impiegato.

È necessario, dunque, effettuare una corretta riduzione anatomica e un’adeguata stabilizzazione della frattura, cercando di danneggiare nel minor modo possibile l’apporto vascolare e i tessuti molli circostanti.

 

La riduzione anatomica

Il ripristino del contatto tra i monconi fratturati si ottiene attraverso l’applicazione di una fissazione esterna oppure di una placca interna in titanio.

Questo tipo di impianti deve essere sempre sottoposto al controllo del medico che dopo circa un mese nella maggior parte dei casi deve dinamizzare l’osteosintesi.

 

La biomeccanica e la dinamizzazione dell’osteosintesi

All’osso infatti, come a qualsiasi altro materiale si possono applicare le leggi della meccanica (biomeccanica).

Questo significa che quando si applica una forza su un oggetto in qualsiasi direzione, l’oggetto si deforma rispetto al suo stato originale.

La placca, immobilizzando l’osso e impedendogli ogni fisiologico micromovimento, applica una pressione che scarica la sua forza sul focolaio di frattura proprio durante la formazione del callo osseo di unione.

La dinamizzazione dell’osteosintesi consiste nella progressiva rimozione delle viti di fissaggio della placca, prima da un moncone e successivamente dall’altro.

La rimozione delle viti serve a ridurre la pressione e a diminuire il carico: il micromovimento applicato, che permette al callo osseo di maturare e irrobustirsi velocemente secondo le sue linee dinamiche di forza, esita in una guarigione significativamente veloce.

 

Il post operatorio

Infine, occorre riporre particolare attenzione al controllo postoperatorio del paziente.

È molto importante che durante il decorso postoperatorio, pur poggiando la zampa, al cane venga impedito di saltare o salire e scendere per le scale.

A protezione della zampa viene inoltre applicato un bendaggio che solitamente è mantenuto per un mese circa.

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